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LA BEFFA
di Aldo Lo Castro
Al teatro Tezzano (Via Tezzano, 40 - CT)
venerdì 27 aprile 2012 ore 21:00
sabato 28 aprile 2012 ore 21:00
Al teatro L. Sciascia (via Garibaldi, 44 - Aci Bonaccorsi)
domenica 29 aprile 2012 ore 18:30
Regia Aldo Lo Castro e Marco Tringali -
Stagione Itinerario 2012 Teatro degli Specchi
Personaggi e Interpreti (in ordine di apparizione)
Tano - Sebastiano Cantarella
Bernardino - Carmelo Di Benedetto
Nedda (moglie di Bernardino) - Lara Marta Russo
Paolino (fratello di Tano) - Alessandro Giuffrida
Carmelina (fidanzata di Paolino) - Chiara Sarra
Cantastorie e Medico - Raimondo Catania
Musico - Pino Pesce
per info e prenotazioni: 320 6623893 - 339 2912245 - 095 7167975
Addetto stampa: Antonio Longo - email: press@teatrodeglispecchi.it
Ebbene, sì, lo confesso. Il Decamerone - succulento patrimonio storico-letterario che ci appartiene per legittima eredità - ha finito per stuzzicare anche me, autore e teatrante di frontiera.
E, d’altronde, la materia trattata da messer Boccaccio, la vis comica che prorompe da talune novelle, lo spessore e il “taglio teatrale” con cui sono stati disegnati numerosi personaggi, seducono e non poco.
In quel mondo di avventurieri, di imbroglioni, di beffeggianti e beffeggiatori, di donne disinibite e disponibili; in quel mondo boccaccesco (morbosamente amato sui banchi di scuola!), nel quale l’amore sensuale esplode in tutta la sua vitalità, è avvenuto l’incontro con Calandrino: l’ingenua creatura più volte gabbata da Bruno e Buffalmacco.
La terza novella della nona giornata è stata, dunque, rivisatata, ricostruita e trasferita in una terra che ben si presta a far da sfondo alla scena: la Sicilia. E, perciò, affidata alla lingua, agli umori e alle caratteristiche della sicula gente la quale, peraltro, per l’humor e il temperamento che la distinguono, merita certo di far parte di quell’umanità boccaccesca in cui intelligenza e arguzia spadroneggiano irriverenti.
Non me ne voglia, dunque, lo studioso. Non me ne voglia il purista se Calandrino è stato ribattezzato Bernardino, se la lingua usata è quella siciliana (così accattivante e colorita, perbacco, così ricca ed efficace!) e se il testo originale ha perso le antiche sembianze per far posto ad una pièce che si snoda rapidamente sui ritmi della Commedia dell’Arte.
Non me ne vorrà - ne sono certo - neppure messer Boccaccio il cui spirito scanzonato e licenzioso aleggia allegramente su questa singolare “beffa”.
Aldo Lo Castro