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> LIBERO AMLETO "Tinturìa 'u to nomu è fìmmina" | Teatro degli Specchi | STAGIONE STABILE DI CATANIA 2013-2014
LIBERO AMLETO
"Tinturìa 'u to nomu è fimmina"
tragiCOMMEDIA in dialetto siciliano
da W. Shakespeare
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nuove repliche: 25 e 26 aprile 2014 | ore 21:00
27 aprile 2014 | ore 17:30
TEATRO ANGELO MUSCO
(via Umberto 312, Catania)
Info e prenotazioni | 095 7310856
info@teatrostabilecatania.it
www.teatrostabilecatania.it
biglietto € 16
Stagione STABILE DI CATANIA 2013-2014
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con Saro Minardi
regia di Carlo Ferreri
progetto e produzione di Marco Tringali (Teatro degli Specchi)
scene e costumi di Salvo Manciagli
Assistente scenografo Antonio Zagami
scrittura del movimento Giovanna Amarù
suono Paolo Schembari
fonico Marco Sarra
foto di Lucia Pulvirenti e Pamela Parasole
L'intrigante traduzione e adattamento in dialetto ragusano della celebre opera di W. Shakespeare, curata e interpretata sulla scena dall'attore Saro Minardi, incarna la disperazione di un carcerato che, detenuto in totale isolamento, interpreta nel suo linguaggio popolare l'"Amleto". Il testo gli darà la forza per sopravvivere e non impazzire, attraverso tutti i personaggi della storia, sublimando l'irreversibilità della follia in un allucinato soliloquio.
SINOSSI
Un detenuto in isolamento interpreta nel suo linguaggio popolare l’ ”Amleto”. Il testo gli darà la forza per sopravvivere e non impazzire, attraverso tutti i personaggi della storia, in un allucinato soliloquio.
NOTE SULLO SPETTACOLO
Amleto è una sfida giocata con un avversario più forte di noi. Come tutti i grandi classici del teatro e della letteratura nel passaggio dalla parola alla scrittura di scena bisogna creare uno scarto creativo e in un certo senso tradire in parte l’originale per recuperare la profondità del testo. Noi abbiamo scelto un’insolita e affascinante riscrittura in dialetto ragusano per evidenziare la carnalità del linguaggio shakespeariano. Il nostro Amleto, il detenuto-attore (Saro Minardi), sfoglia e rivive le pagine della tragicommedia e vuole vincere l’irreversibilità della follia e del non ritorno attraverso il gioco del teatro. Amleto cerca “vie d’uscite” ma trova solo “vie d’entrate”. Il nostro protagonista mantiene salda l’unità corpo-anima e vuole fuggire, scavare, vivere, vendicarsi. È la vendetta il punto in comune tra il detenuto e Amleto e nel nome di essa i due personaggi stringono un patto per ricreare “la vita dalla vita”.