Produzioni

> Itinerari 2010

ORGANIZZAZIONE: Teatro degli Specchi
DIREZIONE ARTISTICA: Marco Tringali

Stagione teatrale 2010
presso Teatro “Leonardo Sciascia” di Aci Bonaccorsi. Via Garibaldi, n° 44 - Catania

PROGRAMMA:
 
La lettera
di e con Paolo Nani
regia Nullo Facchini

La lettera
, scritto da Paolo Nani e Nullo Facchini, con Paolo Nani e con la  regia di Nullo Facchini.  Si tratta di una rielaborazione in stili diversi (sulla scia degli Esercizi di stile di Raymon
d Queneau) che riguarda un’azione quotidiana ed usuale quale la scrittura di una lettera. Attraverso la rivisitazione della stessa azione in diverse chiavi (horror, cinema muto, circo, senza mani, con sorprese, volgare, all’indietro, al rallentatore etc.) Paolo Nani presenta uno studio sullo stile, sulla sorpresa e sul ritmo, giocati con una precisione ad orologeria che esalta la naturale verve comica e mimica dell’attore.  Lo spettacolo gira per l’Europa dal gennaio del 1992 e ha vinto il Premio United Slapstick – The European Comedy Award a Francoforte ed il Premio Roner SurPris a Bolzano. Il miglior commento lo offrono due titoli giornalistici: “...uno dei grandi successi della scorsa edizione del London International Mime Festival” (Evening Standard, Londra); “...male di pancia, dopo 80 minuti di risate ininterrotte” (DV, Reykjavik).
 
Ridi, pagliaccio!
di e con Adriano Aiello
regia David Larible
Lo spettacolo, scritto da Adriano Aiello, dal titolo Ridi pagliaccio!, per la regia di David Larible (“Il clown più bravo del mondo” - New York Times) sviluppa il tema dell’analisi esistenziale della vita di un individuo qualunque. Tre attori in scena (dei quali uno, Adriano Aiello, è l’Individuo e due, Bruno Morello e Salvo Giorgio, sono attori e musicisti che ne rappresentano una sorta di duplice alter ego) daranno vita ad una serie di quadri che fotografano l’Individuo alle prese con le fasi salienti della sua esistenza (dal gioco all’amore, dall’impegno politico al mondo del lavoro vissuto in maniera conflittuale). Il tutto fino ad un epilogo che riconduce il divertissement iniziale (nel quale, via via, gli attori coinvolgono fisicamente una parte del pubblico) alla sfera di una più profonda riflessione che chiude il cerchio.
 
Morir di fama
di e con Evelyn Famà
regia Carlo Ferreri

Morir di fama, scritto ed interpretato da Evelyn Famà, con la regia di Carlo Ferreri. Si tratta di uno spettacolo ricco di momenti curiosi e divertenti che, come delle pietanze ad una cena raffinata, si alternano e si susseguono golose ed invitanti. Una girandola di personaggi che, ognuno con la sua storia, prende vita e dà forma alla protagonista Evelyn, che l’omonima attrice interpreta. Come un puparo, Evelyn regge le fila dei suoi personaggi, che hanno voci buffe e accenti dal sapore vagamente siciliano (tali le origini dell’artista),  e sono parodie di chissà quali persone e storie pescate per caso nella quotidianità e assemblate tra loro. Il tutto sapientemente concatenato da “elaborazioni vocali”, elemento caratterizzante dell’interprete. Con Morir di fama Evelyn Famà ha vinto il XVIII Festival Nazionale del Cabaret ed il Premio Ernst Thole per l’interpretazione più originale.
 
L’Odissea…più o meno! Ovvero Del cercar lavoro!
di Marco Tringali

regia Marco Tringali
Una divertente riscrittura mitica del testo omerico dalla celeberrima traduzione del Pindemonte. La regia e la riduzione sono di Marco Tringali, che in scena dirige la giovane e promettente compagnia del Teatro degli Specchi. Dopo l’atteso traguardo della Laurea una nuova sfida ben più ardua attende il novello Ulisse ovvero trovar lavoro! Quale odissea oggi accomuna milioni di persone? La risposta è stata unanime: la ricerca di un’occupazione. L’estenuante ricerca è stata riproposta secondo la chiave di lettura omerica tra approdi, naufragi, sfruttamenti, inganni e astute soluzioni.
Lo spettacolo rende manifesto e palpabile il senso di sconforto in cui versano milioni di giovani alla disperata ricerca di un’indipendenza e di un’autonomia, non soltanto economica, elementi necessari per la costruzione e l’affermazione di una forte e responsabile identità personale. La denuncia viaggia su toni non necessariamente polemici, sviluppando invero un’ironia di fondo e una sensibilità poetica non comune che l’autore propone quale unica chiave di lettura del problema e strumento migliore per una sua  inequivocabile e definitiva soluzione.

Teatro degli Specchi

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